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Dalla retrocessione al nuovo corso: l'intervista al Presidente Andreoletti

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Si è appena concluso un anno particolare per i tifosi dell’AlbinoLeffe: dopo la cocente delusione per la seconda retrocessione, il nuovo corso sembra aver ridato entusiasmo e credibilità a tutto l’ambiente seriano. Dal bilancio di quest'ultimi 365 giorni appena trascorsi al filo che lega passato e presente blucelesti: questi e molti altri sono i temi trattati nella prima intervista dell’anno al patron Gianfranco Andreoletti, Presidente del club bergamasco per la diciottesima stagione consecutiva.

Buongiorno Presidente. Inevitabile partire da un suo personalissimo bilancio di questo 2016. Il pensiero va più ad una prima parte d'anno decisamente difficile o alla rinascita guidata da nuovi interpreti?

“Sono due facce della stessa medaglia. Si è lavorato con impegno tanto la stagione scorsa, che purtroppo si chiusa con una seconda consecutiva retrocessione, quanto in questa prima parte di quella nuova, che sta andando meglio. Facile, quindi, individuare dove preferisca andare il pensiero”.

altIn cosa consiste per lei il "nuovo progetto AlbinoLeffe", iniziato quest'estate nel post ripescaggio? Cosa devono aspettarsi i supporters blucelesti in questo futuro prossimo?

“Non c'è nessun "nuovo progetto AlbinoLeffe", ma semplicemente, col ripescaggio, si è dato continuità ad un progetto di "vecchia data" che è quello sancito da quei soci che hanno fondato la società, i quali volevano, con quella loro iniziativa, dare un'opportunità di crescita calcistica professionistica ai ragazzi della provincia. Per tal motivo il mantenimento della categoria diventa una conditio sine qua non”.

Qualcuno rivede già tra i giocatori di oggi quei valori del gruppo storico seriano che condusse l'AlbinoLeffe dalla C2 alle soglie della Serie A. C'è qualche aspetto di questa nuova AlbinoLeffe che le ricorda quei tempi?

“Quello di allora era un gruppo costruito pazientemente negli anni, che si caratterizzava per la "bergamasca" attitudine al lavoro, grazie alla quale si suppliva alle carenze di qualità che altre squadre potevano vantare. L'attuale gruppo ha, finora, lavorato con pari impegno e in questo è molto simile a quei giocatori”.

Ad inizio anno si aspettava un girone di andata simile?

“Bisogna dare atto al DS e al Mister di aver costruito un buon gruppo, ma la salvezza è ancora lontana e le ultime gare ci dicono che per raggiungere i 50 punti, che presumibilmente garantiscono una salvezza senza la roulette dei play-out, non bisogna assolutamente mollare la presa”.

Gennaio è anche mese di mercato. Cosa si devono aspettare i tifosi dell'AlbinoLeffe da questa finestra invernale?

“Siamo oltremodo contenti dell'attuale gruppo ma, in ogni caso, monitoreremo con attenzione le opportunità che il mercato invernale saprà offrire e, se si dovessero creare le condizioni per un miglioramento, valuteremo con attenzione l'argomento”.

La seconda parte del 2016 l'ha vista particolarmente coinvolta anche in Lega. In relazione alla sua nomina di coordinatore della commissione sulla riforma dei campionati, cosa l'ha spinta a farsi carico di una responsabilità simile?

“Mi è stato chiesto di collaborare alla stesura di un nuovo progetto del calcio di Lega Pro e di partecipare agli incontri sulla Riforma del calcio italiano. Ad oggi, assieme ad alcuni colleghi Presidenti, abbiamo elaborato un piano di riforme che sarà oggetto di valutazione del Presidente e del Consiglio Direttivo della Lega Pro e ho partecipato ad una riunione con le altre componenti in Federazione. È un tema delicato perché gli interessi economici in gioco sono importanti. L'auspicio è di poter contribuire a introdurre quelle modifiche "strutturali" capaci di rilanciare questo sport”.

La presente stagione sportiva è la sua 18° consecutiva al timone dell'AlbinoLeffe. Nell'anno della "maggiore età", quanto vede cambiata la sua società rispetto al suo primo anno di presidenza?

“Lo spirito è sempre quello di allora. Purtroppo alcuni amici con cui si sono condivisi momenti entusiasmanti ci hanno lasciato e questo ci rattrista. Inoltre, nonostante siano passati ormai tanti anni, l'amarezza legata a comportamenti truffaldini che ci ha coinvolto nel fenomeno scommesse non è stata smaltita”.

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