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SpeciaListi di settore | Dal bluceleste all'azzurro

Prendi un torneo rinomato a livello internazionale, alcuni dei migliori talenti in circolazione e la maglia della Nazionale azzurra. Cosa ti ritrovi in mano? Praticamente tutti gli ingredienti utili per costruire la rubrica di oggi, un racconto “tratto da una storia vera”, come si usa dire in gergo cinematografico.

La location è la ridente cittadina di Arco di Trento, località collocata nel cuore del Garda Trentino affacciata sull’omonimo Lago ed in passato meta prediletta degli Asburgo per le loro vacanze invernali.

altIl torneo è il celeberrimo Trofeo Beppe Viola, arrivato quest’anno alla quarantaseiesima edizione. Considerato una tappa fissa per talent scout, osservatori o semplici appassionati di calcio, durante i vari anni è stato il palcoscenico privilegiato in cui futuri campioni del Mondo come Cannavaro, Nesta, Totti, Lahm e Schweinsteiger si sono messi in mostra.

La maglia azzurra è quella legata alla rappresentativa di Lega Pro Under 17, ovvero una selezione dei giovani più meritevoli, che militano nel settore giovanile di squadre partecipanti al campionato di terza serie.

Per gli attori protagonisti non si va al risparmio, sono infatti ben cinque e fanno tutti parte della famiglia bluceleste. Sono: il portiere Emanuele Alborghetti, il difensore centrale Francesco Micheli, l’esterno offensivo Omar Sokhna, il trequartista Davide Rodolfi e l’attaccante Alessandro Galeandro.

La breve ma intensa avventura, con tre partite in altrettanti giorni, è da tutti loro valutata come “Molto positiva. Qualcosa che non scorderemo mai, soprattutto perché siamo riusciti, in un periodo relativamente breve, a creare un grande gruppo”.

Nonostante l’epilogo del cortometraggio non sia stato dei più felici, con l’eliminazione patita per mano, o meglio per piede, di squadre del calibro di Napoli, Bologna ed Atalanta, non c’è spazio a molti rimpianti: “Per me abbiamo fatto il massimo. Le altre realtà, oltre ad avere giocatori forti, si conoscevano praticamente a memoria, mentre noi avevamo avuto poco tempo a disposizione per creare affiatamento. Potevamo essere più fortunati in termini di risultati, ma a livello di approccio abbiamo sempre fatto bene” sostengono Davide, Alessandro ed Emanuele. L’unico che non concorda completamente è ‘Miche’: “A mio parere, per il gioco espresso avremmo meritato la vittoria almeno in due occasioni, contro partenopei ed emiliani”.

Proprio contro i felsinei, primi in classifica nel loro campionato, i due pilastri difensivi della squadra di mister Caccia si sono espressi al meglio, risultando decisivi ai fini del risultato. Dopo essere arrivati alla lotteria dei calci di rigore, in virtù del pareggio ad occhiali maturato durante i tempi regolamentari, Alborghetti è stato strepitoso a neutralizzare due penalty e Micheli, nell’inedita versione di rigorista, glaciale nel trasformare quello decisivo spiazzando l’estremo difensore rossoblu. É proprio questa l’istantanea che ‘Albo’ ricorda ancora con gioia “assieme all’esultanza generale che ne è conseguita”.

Quello che rimarrà per sempre impresso nelle loro menti è l’indubbia emozione di vestire i panni della Nazionale, un’esperienza riservata a pochi eletti: “É un grandissimo onore. Ti rende davvero orgoglioso” dice Omar. Sulla stessa frequenza anche Francesco: “É una sensazione difficile da spiegare a parole. Ti carica di responsabilità, come se tu in quel momento fossi un rappresentante di tutta l’Italia”. “É un’esperienza intensa che ti stimola a voler fare sempre bella figura” aggiunge il portiere. “È il coronamento dei tanti sforzi fatti” suggerisce ‘Gale’. “Partire titolare al debutto, per di più con la numero dieci sulle spalle, è stato qualcosa che non scorderò mai” chiosa infine ‘Rodo’.

Orgoglio provato anche dalla nostra società nell’avere una rappresentanza così massiccia ad una vetrina calcistica di tale rilievo.

Dal bluceleste all’azzurro in fondo il passo è breve.

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