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L'AlbinoLeffe si racconta | Si scrive Sonzogni, si legge bandiera

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La Coppa Italia alzata con la fascia di capitano al braccio.

Basterebbe questa istantanea per far comprendere l’importanza di Damiano Sonzogni all’interno della storia bluceleste.

altNato a San Pellegrino Terme il 5 marzo del 1968, inizia a muovere i primi passi calcistici nella sua terra natale disimpegnandosi, con ottimi risultati, nel ruolo di attaccante. Il trasferimento alla Pro Lissone ne arretra progressivamente il raggio d’azione, fino a stabilizzarsi nella posizione di difensore centrale. La svolta nella sua carriera arriva quando incontra colui che poi diventerà il suo mentore: Oscar Piantoni. L’allenatore bergamasco lo elegge a prima scelta per puntellare la difesa del suo Lumezzane ed insieme porteranno la compagine bresciana nel calcio che conta.

Le strade dei due si divideranno, ma senza mai perdersi di vista ed alla prima possibilità, il tecnico di Pradalunga fa carte false pur di riaverlo con sé. L’occasione arriva qualche anno più tardi, con il suo approdo sulla panchina di un neonato sodalizio con importanti ambizioni: l’AlbinoLeffe.

La scelta del “Sonzo” di lasciare il lavoro da operaio in fabbrica, per avere le forze per seguire la doppia seduta giornaliera di allenamenti, una logica conseguenza. D’altronde l’obiettivo del presidente era chiaro, la C2 stava stretta, bisognava salire di categoria.

Detto, fatto.

La fase difensiva della squadra era una garanzia, con il più esperto e tecnico Damiano a tenerne ben salde le redini tattiche curandone i movimenti ed il giovane Biava lì, pronto a carpirne i segreti.

L’arrivo di Gustinetti non cambia gli equilibri interni e Sonzogni rimane sempre il punto di riferimento di una rosa che sta crescendo ed acquisendo la giusta dose di sicurezza nei propri mezzi. La sopracitata Coppa Italia, vinta contro un Livorno pigliatutto al termine della stagione 2001-2002, funge da banco di prova per i fuochi d’artificio che si vedranno nella stagione successiva, quella della leggendaria promozione in serie B. Anche nella nuova dimensione il capitano conferma la sua affidabilità e nel giro di tre annate arriva a collezionare, tenendo conto delle sole gare di campionato, ben 82 presenze con la divisa bluceleste, per un totale di 249 gettoni e 5 reti, ergendosi così a vera e propria bandiera del club orobico.

L’ultima parte di carriera al Calcio Caravaggese fa da preambolo all’effimero ritorno alla base nell’estate del 2009, stavolta non più come calciatore, ma da collaboratore tecnico della formazione Primavera. Poi il ritorno al lavoro di fabbrica e alla quotidianità che, lui, antidivo per scelta, ha sempre amato e spesso e volentieri anteposto alle luci dei riflettori.

Un condottiero silenzioso che ha preferito i fatti concreti alle parole, l’onore della causa alla gloria personale e questo i tifosi dell’AlbinoLeffe non lo dimenticheranno mai.

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