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SpeciaListi di settore | Donelli: “I ragazzi sono liberi di provare e sbagliare. Visti buoni segnali”

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Per la rubrica ‘SpeciaListi di settore’ abbiamo intervistato il formatore Mario Donelli, che con l’Under 17 domenica proverà a fermare la corsa della capolista Pordenone dopo aver sconfitto negli ultimi due turni Padova e San Marino.

Il 2018 è ripartito alla grande con 4 risultati utili in altrettante partite. Qual’é il segreto di questo momento positivo? 
Nessun segreto e penso non vi sia un motivo particolare. Possono essere alcuni piccoli aspetti che i ragazzi hanno migliorato in questo loro percorso di crescita. Li vedo più convinti e più in fiducia, sanno che tra il non provarci e provarci, è molto meglio provarci con la consapevolezza che si può sbagliare. Questo aspetto è molto importante per una squadra che tende a non buttare mai via la palla”.

1718donelliLe vittorie contro San Marino e Padova sono state tanto belle quanto differenti tra di loro. Raccontaci le tue considerazioni su queste due partite. 
Due partite diverse contro due squadre diverse. Contro San Marino il match è girato subito per il verso giusto ed è stato bello vedere i ragazzi produrre gioco di grande qualità e a tratti spettacolare. Con il Padova invece nel primo tempo venivamo aggrediti subito per poi ripartire sfruttando i nostri errori. Nella ripresa l’avversario è calato, di conseguenza siamo riusciti ad avere più spazio e più tempo per pensare le nostre giocate e ad alzare molto di più la squadra. Abbiamo fatto un gol di ottima fattura e nel finale nel momento di maggiore pressione da parte loro per tentare di pareggiare, non abbiamo mai buttato via la palla dimostrando buona personalità e rischiando quasi nulla. Questo è sicuramente un buon segnale”.

La tua squadra sta già mostrando segnali di crescita, ma quali sono secondo te gli aspetti in cui serve ancora un miglioramento?
In questi casi si rischia sempre di dire le stesse cose, sto parlando dell’atteggiamento mentale e della personalità. Queste caratteristiche sono carenti in molte squadre adulte, figuriamoci in questa categoria, e noi non facciamo eccezione. A questa età c’è molta emotività, può succedere di avere da loro tanto in poco tempo, ma allo stesso tempo, possono perdere molto in brevissimo tempo, noi stiamo cercando di migliorare questi aspetti soprattutto attraverso il gioco, la determinazione e il coraggio. Non dimentichiamo che siamo la squadra più giovane del campionato, quasi tutte le squadre schierano tutti 2001, noi ogni domenica schieriamo sempre dall’inizio cinque, sei a volte sette ragazzi nati nel 2002. Dobbiamo avere quindi un po’ più di pazienza. A livello propriamente di campo invece, dobbiamo migliorare nel concretizzare meglio la grande mole di gioco che produciamo e stiamo lavorando molto sotto questo aspetto”.

Domenica tra le mura amiche arriverà la capolista Pordenone. All’andata vinceste 3-1 con una prestazione di spessore, questa invece secondo te che tipo di partita sarà? 
“Il Pordenone è la squadra che mi ha impressionato di più, e probabilmente la classifica in questo caso non mente. Sono una compagine esperta, molto fisica con individualità di spicco in mezzo al campo e davanti. All’andata vincemmo 1-3 e fu una partita tosta ed equilibrata, vinta sopratutto con la testa e la determinazione. Sono convinto che domenica i ragazzi scenderanno sul rettangolo verde con la voglia di fare una grande prestazione”. 

La convocazione in Nazionale Under 20 di Mario Ravasio puó essere uno stimolo per i ragazzi del settore giovanile che stanno cercando di emulare il suo percorso? 

“Assolutamente! Se Belotti può essere sempre preso da modello, dal fatto che solo attraverso tanto lavoro, tanta determinazione e tanta voglia si possono raggiungere risultati impensabili, Mario invece è un esempio molto più tangibile, perché i ragazzi e i bambini lo vedono ogni giorno al centro, toccano con mano l’immagine positiva di un ragazzo semplice, umile, educato e molto disponibile e se si fermano un attimo a guardarlo mentre si allena, capiscono cosa vuol dire dare il massimo ogni giorno per diventare un calciatore professionista. L’anno scorso l’ho allenato circa due mesi, e le poche volte che gli ho trasmesso disposizioni o consigli, li ha sempre ascoltati e messi in atto, con grande disponibilità e attenzione, si allenava tutta settimana con la prima squadra e il sabato giocava con noi, con una intensità impressionante e per la squadra. Questa mentalità fa sempre la differenza, non solo nel Calcio”.

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