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Società

5 domande a … Mario Donelli!

Prosegue la scalata tra le categorie giovanili blucelesti ed oggi è il turno di Mario Donelli, formatore degli Under 17. Ecco le sue considerazioni sulla stagione 2017/2018.

1806215domandeU17Buongiorno Mario. Svelaci innanzitutto il tuo bilancio dell’annata appena conclusa.
"Un bilancio secondo me molto positivo, se si considera l'obiettivo primario, vale a dire la crescita individuale dei giocatori all'interno della squadra. Vedere diversi ragazzi del 2001 approdare in Berretti e dare un contributo importante è per noi motivo di grande soddisfazione. Non da meno il miglioramento tangibile di parecchi 2002".

La squadra ha vissuto una fase di flessione a metà girone di ritorno che ne ha probabilmente compromesso l’accesso ai play-off. A cosa pensi sia stata dovuta?
"Penso che la mia risposta precedente sia strettamente collegata a questa: aver ‘perso’ diversi 2001 che incidevano parecchio nella nostra squadra ha determinato questa flessione, non solo dal punto di vista tecnico, tattico e fisico, ma soprattutto caratteriale. Non dimentichiamo che eravamo una squadra giovane. L'interpretazione del nostro sistema di gioco necessita di qualità e sicurezza, e noi in alcune partite del girone di ritorno non abbiamo avuto questi requisiti. Nonostante tutto con un po' di buona sorte avremmo potuto anche qualificarci per le fasi finali: sarebbe stata la classica ciliegina, ma siamo comunque molto contenti".

Questo è stato il tuo secondo anno qui all’AlbinoLeffe. Che differenze hai riscontrato rispetto a quando hai allenato la categoria Berretti?
"La differenza è notevole, perché mentre un giocatore della Berretti è ‘quasi fatto’, quindi va aiutato nel completarsi in tutte le sue componenti, diversamente l'Allievo non è più un ragazzino, ma non è ancora uomo, è in un momento delicato e di transizione. Puoi trovare un ragazzo più maturo di altri oppure, al contrario, chi è ancora molto ragazzino. La gestione di questi giovani atleti, soprattutto dal punto di vista emotivo, è tutto fuorché semplice, ma molto stimolante. Noi formatori possiamo trasmettere loro ancora molto e non solo tecnicamente o tatticamente. In passato ho allenato per diversi anni le prime squadre, ma seguivo da molto vicino anche il settore giovanile ed ho sempre ritenuto questa categoria tra le più importanti e quest'anno ne ho avuto la conferma".

Che margini di crescita ha secondo te il gruppo che hai avuto a disposizione?
"Sono cresciuti molto, ma hanno ancora enormi margini di sviluppo, soprattutto sotto l'aspetto caratteriale. Questo li aiuterà a prendere le decisioni più corrette durante la partita e a non trovare degli alibi nei momenti difficili. Questo fa la differenza tra un buon e un ottimo giocatore. Loro lo sanno, spero ne facciano tesoro".

Chiudiamo con il ricordo di questa stagione a cui sei più legato e che porterai sempre con te.
"Ci sono state diverse partite giocate alla grande ed esteticamente importanti. Mi piace, però, ricordare un aneddoto: durante l'anno ho più volte detto a loro: "Aiutatemi ad aiutarvi". Loro mi hanno preso in parola, offrendo il massimo impegno e disponibilità. Per me questo è motivo di grande soddisfazione".

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