Cinque domande a ... Maurizio Riva
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Uno dei pilastri, uno legato praticamente da sempre ai colori seriani, il punto di riferimentoper i baby della Celeste. Lui è Maurizio Riva, segretario del settore giovanilee responsabile organizzativo dell’AlbinoLeffe
Come è cominciata questa “avventura”?
Nel 1991 mio figlio Stefano eraun portiere nel settore giovanile dell’Albinese. Mi è stato proposto dicollaborare con la segreteria e ho accettato di buon grado: all’epoca incompiti in società venivano divisi tra il sottoscritto, Luigi Astolfi e RobertoMoroni. Questo schema si è fermato nel2001 quando mi sono spostato esclusivamente sulla segreteria del settoregiovanile e dal 2007/2008 sono anche responsabile organizzativo.
Quali sono le mansioni?
Molteplici, avendo laresponsabilità di otto squadre dalla Primavera ai Pulcini. Dalla logistica aitesseramenti, dalle visite mediche all’organizzazione delle partite oltre atenere i rapporti con i vari organi nazionali di riferimento per le diversecategorie, dal Comitato Regionale alla Lega Calcio (per la Primavera) fino allaFigc di Roma (per Allievi e Giovanissimi). E per svolgere questi compiti miavvalgo della preziosa collaborazione di Sergio Morbi
Le emozioni più forti di questo decennio?
Direi tutte le promozioni,ovviamente però il 4-2 ai supplementari contro il Pisa che ci ha permesso disalire in serie B è quello che ricordo con maggiore piacere.
I giocatori che ricorda conmaggiore affetto?
Il portiere Renato Redaelli cheperaltro seguivo con maggiore attenzione perché, come detto, mio figlioricopriva lo stesso ruolo. Poi Ivan Del Prato che è stato la nostra bandiera,senza dimenticare un altro della “vecchia guardia” come Mirco Poloni. In questoambito però non posso però non citare due allenatori come Elio Gustinetti eOscar Piantoni.
Quanto è cambiato negli anni l’AlbinoLeffe?
Tantissimo anche perché dieci anni fa eravamo partiti da una gestione che si basava su tre persone. Diciamo che siamo andati giustamenteal passo con i tempi e di conseguenza l’organico si è ampliato, ma la politicaè rimasta la stessa: poche parole e tanti fatti con i piedi sempre ben piantatia terra.