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La pulce nell'orecchio

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Primi si, ma quanta fatica. Per piegare la resistenza delripescato Avellino, ancora sottozero in classifica, l’AlbinoLeffe ha dovutoattingere dal conto della buona sorte, bruciandosi parte di un credito cheservirà sicuramente in altre occasioni. Per una prestazione meno brillante diquella messa in campo contro il Parma, di attenuanti ce ne sono molte:formazione ampiamente rimescolata, vista anche la necessità di disputare tregare nel giro di una settimana; avversaria più coperta e pronta a colpire in contropiede,che è un po’ la tattica preferita dall’AlbinoLeffe; solite e ormai annoseassenze sugli esterni. Basta questo a spiegare le difficoltà nella costruzionedi azioni pericolose nel primo tempo, illuminato praticamente soltanto dallancio di Previtali che è fruttato il rigore su Ferrari e la prima ammonizionedel portiere dell’Avellino? E basta a giustificare l’amnesia difensiva dallaquale è scaturito il pareggio irpino proprio nella settimana in cui la Gazzettadello Sport esaltava la capacità difensiva della Bergamo calcistica? Ma ladomanda che tutti si sono posti allo scadere dei novanta e passa minuti, quellache non deve far dormire sogni tranquilli all’AlbinoLeffe, è un’altra. Inparità numerica, sarebbe finita allo stesso modo? 

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