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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società

di Cesare Malnati

La sconfitta in casa del Sassuolonon si presta a reali recriminazioni, pur se quella conclusione di poco fuoridi Ruopolo, nel finale, in seguito ad azione personale di Gabionetta, avrebbeanche potuto evitarla. La valutazione della prestazione non può andare oltre ilcinque in pagella. La gara è stata giocata col freno a mano tirato e in qualchecaso con superficialità (come in occasione del gol decisivo incassato). La Celeste ha subito tropposoprattutto nella seconda metà del primo tempo e successivamente, una voltapassata in svantaggio quando ancora c’era mezz’ora per pareggiare, ha lasciatomancare un’apprezzabile reazione: tardivi i tentativi in extremis (tiro diMadonna jr. e palla-gol suddetta). Che la serata non fosse nata sotto buonastella s’era capito sin dal calcio d’avvio col pasticcio difensivo che avevacostretto Narciso, dopo novanta secondi, a una paratona su punizione dal limite(fallo di Conteh). E situazione identica all’inizio della ripresa (irregolaritàdi Gervasoni su Noselli). Dimostrazioni, entrambe, di approccio difficoltosoall’impegno agonistico. A parziale giustificazione, l’ottima vena degliavversari, in condizione atletica brillante e tutt’altro che sprovveduti dalpunto di vista tecnico. Fra gli emiliani c’erano due elementi abili e esperticome Zampagna e Salvetti e, se il centravanti (ben limitato) non ha creatograndi problemi, la posizione in campo di Salvetti, vero e proprio maestro neimovimenti fra le linee, ha fatto molto male a prescindere dalla rete realizzatacon un colpo di genio (straordinaria la bravura del trequartista nel tirarsifuori dalla marcatura per sfruttare palla inattiva). La squadra di ArmandoMadonna ha pur colpito anche una traversa, sullo 0-0, ma s’è trattato di unaprodezza individuale di Ruopolo, autore del resto di una prova lodevole. Lebasi della sconfitta erano già state poste con quel primo tempo remissivo senzaaccompagnare con i centrocampisti le rare iniziative, caratterizzato da solidieci minuti (dal 10’al 20’)disputati con una certa autorità. Non completamente idoneo Cellini, impiegatodal 66’ inpoi, il tecnico aveva schierato al suo posto Ferrari, che ha lavorato molto perla squadra. Tuttavia – col senno di poi – s’è forse avvertita la mancanza di unattaccante abile nell’uno contro uno e infatti l’inserimento, a partire dal 72’, di Gabionetta ha resoovviamente più propositiva una formazione all’apparenza rimasta invariata nelsuo canonico 4-4-2 (ma con gli esterni più alti).

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