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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società

di Cesare Malnati


Lo 0-0 col Piacenza va considerato per l’AlbinoLeffe un punto guadagnato perché il rischio di perdere è stato piuttosto forte. Basta pensare alle due traverse colpite in rapida successione nel bel mezzo della ripresa da Moscardelli su altrettante punizioni. E anche un approssimativo computo delle palle-gol segna un 5-2 a favore degli emiliani, compreso lo spavento all’ultimo secondo col panchinaro Eramo vicinissimo alla segnatura.

Il voto in pagella per la Celeste resta cinque. Sbagliato soprattutto l’atteggiamento della squadra di Mindo Madonna, che ha prodotto una manovra troppo lenta e, pur giocando in casa, ha imprevedibilmente lasciato per quasi tutta la gara l’iniziativa agli avversari. Per quale motivo? Eppure le motivazioni, all’apparenza, erano prevalenti dalla parte dell’AlbinoLeffe, che difendeva un primato in classifica non certo casuale, visto l’organico. Invece, a dimostrazione della scarsa determinazione (o dell’eccessiva preoccupazione), la formazione s’è scossa quando, negli ultimi cinque minuti, è stato il Piacenza a rinunciare, ritirando il suo bomber, Moscardelli appunto. Finalmente s’è vista una fiammata, col quasi gol del solito Carobbio, su calcio piazzato (il rovescio della medaglia è stato il quasi letale rovesciamento di fronte di cui sopra). Un altro dato è utile alla ricostruzione della gara: ventidue falli del Piacenza contro undici. Troppa differenza: bisogna essere meno molli e più cattivi (intelligentemente, in quanto poi la beffa dell’espulsione finale è toccata a Gervasoni), se si vuol vincere.

Di positivo s’è realizzata la tenuta della fase difensiva (due soli i gol finora al passivo) e solo in un paio di circostanze gli avversari hanno avuto via libera per disattenzioni (una volta all’inizio). Fra le attenuanti, aggiungiamo la stanchezza delle tre partite di seguito (vale anche per il Piacenza, ma Ruopolo, per esempio, pur valido come sempre, è parso pagare un po’ in brillantezza) e l’infortunio a Perico, che ha costretto il tecnico a rivoluzionare la squadra (dentro Madonna jr., non ancora in condizione fisica ottimale, con Renzetti scalato e Laner e Garlini invertiti di fascia). Successivamente s’è fatto male pure Poloni, subentrato a Caremi, vietando altre sostituzioni tattiche. Però resta l’atteggiamento poco propositivo: se la squadra più titolata non era quella ospite, perché tanta prudenza?

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