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L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni

Giocare bene o giocare bello? Non è un semplice gioco di parole. In realta, se si parla di calcio, o di qualsiasi altro sport di squadra, fra i due termini c’è una differenza sostanziale. Ci spieghiamo con due esempi. Domenica, contro il Milan, l’Atalanta ha disputato una bella partita, contribuendo ad elevare il livello dello spettacolo. Sintetizzando, ha giocato bello. Però ha perso. E ha perso non perché gli astri hanno congiurato contro di lei, oppure perché l’arbitro l’ha danneggiata. Ha perso perché, pur costruendone le possibilità, non è stata capace di segnare. E ha preso gol l’unica volta in cui il Milan le ha tirato in porta. Dunque, avrà anche giocato bello, ma non ha giocato bene, se per bene intendiamo il conseguimento di un risultato positivo. Esempio opposto: martedì contro l’Ascoli l’AlbinoLeffe non ha giocato bello, nel senso che non ha compiaciuto gli esteti né ha contribuito ad alimentare lo spettacolo. Però non ha corso rischi, è stato concreto e pragmatico e ha segnato due gol vincendo la partita. Sintetizando, ha giocato bene.
A botta calda, su L’Eco di Bergamo di mercoledì abbiamo cercato di evidenziare questo duplice concetto, riconoscendo a Madonna la piena legittimità delle scelte adottate nel secondo tempo: in quel momento, dopo un mese e mezzo di astinenza dalla vittoria, avendo i tre punti stretti in mano, l’unico obiettivo era di non lasciarseli scappare, a costo di finire la partita con una squadra di tutti terzini, come è praticamente accaduto. Il fine giustifica i mezzi, diceva il Principe di Machiavelli e non saremo certamente noi a confutare l’autorevolezza di una tesi del genere.
Altrettanta concretezza l’AlbinoLeffe dovrà mettere in campo sabato a Treviso, perché Madonna sarà costretto per l’ennesima volta a fare le nozze con i fichi secchi. Il tecnico avrà ancora gli uomini contati: infatti, non soltanto non potrà recuperare nessuno degli infortunati, ma dovrà rinunciare anche allo squalificato Gervasoni. Non ci commuove, invece, il discorso dell’accumulo di fatica e delle poche ore di recupero fra un impegno e l’altro, perché si tratta di una coincidenza comune anche all’avversario e a tutte le altre squadre del campionato. In una partita tra affaticati, raggiungerà l’obiettivo chi sarà capace di soffrire un tantino di più. Per l’AlbinoLeffe l’obiettivo può essere benissimo il pareggio.

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