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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società

di Cesare Malnati


AlbinoLeffe in vena di speculazione sorpassato alla fine (1-2) in casa da un Mantova a lungo astratto, dopo gara non facile da giudicare. A ben guardare, le occasioni più importanti – gol a parte - sono state confezionate dai biancocelesti (almeno tre). Però s’è quasi costantemente avvertita la sensazione che il destino del match fosse nella disponibilità degli ospiti. In realtà, in questo momento, il Mantova vince contro l’AlbinoLeffe perché ha più frecce al suo arco, compresa quella, appuntita in quanto nuova fiammante, costituita dal nuovo tecnico Billy Costacurta, che, dall’alto del suo fresco passato d’importante giocatore del clan milanista, qualcosa aggiunge (mentalità e, per ora, entusiasmo). Assai poco finalizzando, i virgiliani – schierati con quattro effettivi (Tarana, Locatelli, Sedivec e Godeas) deputati alla fase offensiva – hanno tuttavia assunto subito il comando delle operazioni, anche se una disattenzione iniziale avrebbe potuto consentire la realizzazione a Nicola Madonna. E per tutto il primo tempo la Celeste è parsa in soggezione, finchè, subito dopo aver corso in mischia l’unico pericolo della frazione, ha pescato – sotto forma d’angolatissimo tiro vincente da fuori - uno dei frequenti jolly di Carobbio, cecchino di chiara fama. Dopo l’intervallo, il Mantova trova sette minuti di sostanza e poi ricomincia a giocar bene ma senza incidere. L’AlbinoLeffe forse s’illude di poter restare in attesa del fischio finale, ma alla mezz’ora Caremi deve uscire per infortunio e dal 33’ al 39’ Corona, appena subentrato, e Godeas capovolgono il risultato. Due gol, per di più, evitabili, beccato il primo per errore individuale (Gervasoni) e il secondo per sbilanciamento, volendo tornare in vantaggio (palla-gol di Ruopolo). E nel finale altra opportunità, con Ferrari fuori di poco. Si potrebbe osservare: visto che la reazione c’è stata, non sarebbe stata utile un po’ d’aggressività pure prima? Comunque la sostituzione di Caremi (al suo posto Serafini, con la difesa a cinque) c’entra qualcosa col ribaltamento del risultato, perché l’interditore, abile nel tagliare i viveri alla coppia di centravanti venutasi a creare con l’ingresso di Corona, è mancato proprio quando ce n’era più bisogno. Squalificato Gabionetta, il ritorno obbligato al 4-4-2 s’è materializzato come un passo indietro? Forse sì, perché il 4-1-4-1 dà l’impressione di favorire le ripartenze della squadra non compromettendo l’intera copertura del campo. Senza nulla togliere a Ferrari (buonissima la sua prestazione) e considerando l’avvenuto rientro di Cristiano, un ipotetico quarto a sinistra d’affidamento.

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