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Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni

Strana la vita. L’AlbinoLeffe torna dalla terza trasferta consecutiva portando a casa punti, eppure viene spernacchiato. Non solo: viene apertamente contestato il suo presidente, lo stesso che ha creato dal nulla questa splendida realtà e l’ha portata dalla C2 alle soglie della serie A. Lo stesso che, per l’oculatezza della sua politica rivolta a mantenere alto il livello della squadra e contestualmente i conti in regola, è additato ad esempio da tutti gli operatori del calcio italiano. Evidentemente, siamo ancora tutti un po’ succubi della splendida, esaltante, irripetibile cavalcata dell’anno scorso. Dico «siamo» perché non mi escludo dal gruppo: confesso che, dopo il successo di Modena, il pareggio di Empoli e il trionfo sul Parma nelle prime tre giornate, mi ero illuso che la favola non fosse finita. Ma adesso dobbiamo prendere atto che la situazione va aggiornata, insieme con l’obiettivo, che ridiventa quello indicato dalla società - e generalmente condiviso - a inizio stagione: un campionato di metà classifica, e quello che che viene in più tanto di guadagnato. I numeri parlano chiaro: a parte l’exploit col Parma, l’AlbinoLeffe ha vinto soltanto tre partite contro tre delle ultime cinque della classifica: Modena, Ascoli e Avellino. Peraltro, ha perso lo stesso numero di partite della coppia Empoli-Grosseto che guida la classifica, e addirittura una meno del Sassuolo. Ciò significa che non è soltanto l’AlbinoLeffe ad andare piano, ma tutta la serie B. Se l’anno scorso, dopo 14 giornate, la capolista aveva 32 punti e oggi solamente 25 ci sarà pure una ragione. Pensate che, con i 25 punti di oggi, un anno fa Empoli e Grosseto si sarebbero dati il braccio al sesto posto. C’è un livellamento verso il basso, insomma, che origina una classifica cortissima, con 16 squadre nel giro di otto soli punti. L’anno scorso la sedicesima era a 18 punti dalla prima. Ecco perché storcere il naso davanti al percorso dell’AlbinoLeffe è un’esagerazione. La squadra non entusiasma, d’accordo, ma non merita nemmeno di finire davanti al plotone di esecuzione. Anche perché, non si dimentichi, non ha ancora potuto fare affidamento su Cellini, i cui tempi di recupero cominciano ad allarmare. E l’AlbinoLeffe senza Cellini è come l’Inter senza Ibrahimovic o il Genoa senza Milito. Oppure, giusto per rimanere nell’ambito della B, il Parma senza Lucarelli. Vogliamo parlarne?

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