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Società

L'opinione

di Ildo Serantoni


Sarà che stiamo invecchiando, ma francamente cominciamo a far fatica a sopportare l’atteggiamento di certe cassandre, use a voltar gabbana al minimo stormir di fronta. Soltanto poco più di un mese fa, dopo le sconfitte consecutive con Livorno ed Ancona, i commenti erano improntati a cupo pessimismo: svegliamoci in fretta, ragazzi, altrimenti finiamo in zona retrocessione senza nemmeno accorgercene. Poi sono bastate le tre vittorie consecutive contro Sassuolo, Piacenza e Grosseto per ribaltare di 180 gradi il giudizio: forza che acchiappiamo la zona promozione. Adesso, davanti alla sconfitta di Pisa, ecco che viene di nuovo tolta la gramaglia dall’armadio.
Ma è mai possibile che non si riesca a sposare un filo d’equilibrio? Che non esistano le vie di mezzo? Che non si riesca a comprendere che perdere a Pisa, dopo avere vinto tre partite di fila, è un fatto assolutamente normale? È possibile che non si sia ancora capito che questo AlbinoLeffe è stato costruito per ottenere una sicura salvezza e, all’atto pratico, sta conducendo un campionato addirittura superiore alle attese? E allora ripetiamolo ancora una volta, certi che non sarà l’ultima: l’oggettivo piazzamento della Celeste, in rapporto alla forza-lavoro di cui dispone, è una posizione fluttuante fra il decimo e il quindicesimo posto. Rispetto al quale, finora, si è sempre mantenuto sopra, occupando stabilmente la prima metà della graduatoria. Attualmente è nona e nona rimarrà - udite, udite - anche se dovesse perdere sabato a Vicenza, cosa che ovviamente non le/ci auguriamo.
Auguriamo, invece, e con tutto il cuore, che proseguano le più che oneste fortune della squadra Primavera, della quale sui giornali si parla poco soltanto perché non si chiama Atalanta. E allora, ad uso dei distratti, ricordiamo che la formazione allenata da Gatti è terza nella classifica del campionato di categoria, preceduta soltanto da Chievo e Inter e molto, ma molto, davanti alla stessa Atalanta e al Milan. Alla citazione associamo i complimenti al giovane Beretta, un attaccante classe 1992 che è già finito nel mirino dei grandi club e della Nazionale Under 17. Così, tanto per gradire.

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