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Io, l'uomo dei due mondi

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Pubblichiamo l'articolo che il Guerin Sportivo, in edicola questa settimana, ha dedicato al centrocampista Simon Laner.

Tedesco fuori, italiano dentro. E viceversa. Due culture checonvivono in Simon Laner senza sovrapporsi. E’ così anche in senso calcistico,ne fa fede Armando Madonna che l’ha rilanciato nell’AlbinoLeffe mettendo afrutto la sua duttilità. Entusiasmo e fantasia ereditate da mamma Giovanna,concretezza e rigore tattico lasciati in dote da papà Georg. Ma guai a provarea scindere i due mondi: non esistono linee di demarcazione quando si parla illinguaggio del cuore.

<<La mia fortuna –osserva Simon- è quella di avere duegenitori complementari. Non mi sono mai sdoppiato, neppure da bambino. A Meranogli insegnanti delle elementari e delle medie parlano il tedesco, allesuperiori l’italiano. Per me, che sono poliglotta dalla nascita, mai unproblema>>.

In famiglia qual è la lingua d’ordinanza ?

<<L’inglese, incredibile ma vero. Mio fratello Denisvive a Londra, dove fa il fotografo. Quando è casa si parla tutti in inglese,un po’ per gioco e un po’ perché ormai è diventata una bella abitudine>>.

Nel calcio, invece, qual è la tua lingua?

<<L’italiano. Da sempre. I primi dieci anni di vita liho trascorsi a Merano, dove il calcio non ha una grande tradizione. Poi cisiamo trasferiti più a sud, a Gargazzone, e lì ho cominciato a giocare nellegiovanili della Virtus don Bosco, squadra di Eccellenza. Una bella esperienzagrazie anche a un allenatore, Giampiero Abate, che aveva i contatti giusti conil calcio che conta>>

Per esempio ?

<<Per esempio il Verona. Mi presero che avevo 16 anni, giocavo da medianobasso in aiuto alla difesa. A 18 esordii in prima squadra, fu Malesani a farmidebuttare in serie B in avvio di campionato, contro il Livorno. Non era unastagione fortunata, il Verona era appena retrocesso, si avvertiva ladelusione>>.

Sette presenze in prima squadra. Nonmale.

<<Qualche spezzone di partita e qualche presenza ancheda titolare. Fu Malesani a convincermi che avrei potuto fare ilprofessionista>>.

Nella stessa stagione la convocazione inazzurro.

<<Ho vinto gli Europei in Liechtenstein con la Under 19. Con me c’eranoAquilani, Chiellini, Palladino, Pazzini. Allora ero in grande ascesa, arrivaianche a giocare in Under 20 nella stagione successiva>>.

Poi qualcosa si è rotto all’improvviso:molta C2, la C1arrivata persino a fatica. Addio sogni ?

<< Le esperienze a Carrara e a Castelnuovo Garfagnana,invece di abbattermi, mi hanno rafforzato. La mia maturazione è cominciatacosì, ogni tappa ha sempre una sua validità>>.

In questo caso ?

<< Sono sempre stato molto equilibrato, mai sopra lerighe, a volte persino mite. Per leggermi dentro, per capire di che pasta erofatto davvero, avevo evidentemente bisogno di un’esperienza così. A Castelnuovoho imparato a ricavare il meglio da ogni situazione>>.

A Verona, però, non l’hanno capito.

<<Sono rientrato a Verona nel 2006, dopo tre stagioni giocate in prestito. A gennaioancora un prestito, alla Sanremese. E a giugno la decisione di svincolarmi e ilpassaggio all’AlbinoLeffe che mi ha girato in comproprietà alla Pro Sesto perpoi riscattarmi l’estate scorsa>>.

Un percorso calcistico molto intricato. Nonfacile da decifrare.

<<A volte è una questione di fortuna. Nel mio casocredo sia stato fondamentale il cambio di procuratore. Tiberio Cavalleri mi haindirizzato nel migliore dei modi, la strada che ha scelto si è rivelatavincente>>.

Vincente per te e anche per l’AlbinoLeffe.

<<Ho messo a frutto la mia versatilità. In passato hosempre agito come interno destro nel centrocampo a tre. Adesso giocoindifferentemente a destra o a sinistra e mi accentro spesso per andare altiro>>.

A chi ti ispiri ?

<<A Perrotta. Mi piace attaccare gli spazi, essereprotagonista dell’azione. Creando la superiorità numerica posso sfruttaremeglio le occasioni>>.

Quali sogni da coltivare, oggi ?

<<Un sogno dichiarato: mi farebbe piacere restare qui,continuare a far bene con l’AlbinoLeffe. Un sogno segreto: giocare nel Milan,la mia squadra del cuore. Ma mi rendo conto che a 25 anni è un sogno ormaiirrealizzabile>>.

In carriera sei partito a handicap. Quindi,mai dire mai…

<< Non è mancanza di autostima, è realismo.Precisiamo: sono consapevole delle mie qualità, se sono arrivato fin qui ilmerito è innanzitutto mio, poi di chi ha creduto in me, e infine di chi stacredendo in me. Ma sono un tipo concreto, quindi non vivo certo disogni>>.

Armando Madonna dice che gli somigli nelcarattere.

<<Può essere. Anche lui è un è un tipo concreto. Sullapresenza dell’AlbinoLeffe in zona playoff nessuno avrebbe scommesso un euro. Einvece sta ripetendo il miracolo del campionato scorso. Stavolta però sento chel’esito sarà diverso>>.

Detto da uno che non vive di sogni…

<<Non è questione di sogni ma di sensazioni. Un annofa l’AlbinoLeffe avvertiva il peso della lotta al vertice, oggi affrontiamol’argomento con grande leggerezza, senza assilli. Abbiamo una serenità che lealtre squadre non hanno>>.

Qual è il segreto ?

<<Non ci sono primedonne. Abbiamo raggiunto una bellaintesa sia in campo che fuori. Personalmente ho legato soprattutto con Narciso,sempre disponibile, addirittura fondamentale per il mio inserimento. Se dovessiindicare una parola chiave per raccontare in sintesi l’AlbinoLeffe, direi chequesta squadra ha soprattutto ritmo>>.

Da tenere o da incrementare  ?

<<Da incrementare, naturalmente. Mi aspetto uncrescendo da batteria, lo dico perché me ne intendo. La batteria è il miohobby, ho cominciato a suonarla a Sanremo con gli amici. Mi consente discaricare l’ansia, mi fa sentire libero. La musica è come il calcio. Mi dà lacarica>>.

Il calcio, la batteria, la famiglia, epoi ?

<<E poi la fidanzata. Si chiama Verena, siamo insiemeda cinque anni e mezzo, è la persona che ho sempre sognato di avere al miofianco>>

         Adalberto Scemma

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