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Prima Squadra

Lo Sapevi Che... | 3 Curiosità sui prossimi avversari dell'#aL: il MANTOVA!

Alla vigilia del match di campionato che vedrà i ragazzi di mister Biava affrontare al Martelli il Mantova (mercoledì 30 novembre, ore 18.00), ecco alcune curiosità sulla società virgiliana.

1) STORIA: Il gioco del calcio approdò a Mantova per merito di due pionieri: Ardiccio Modena e Guglielmo Reggiani. Il primo, di ritorno da Liverpool (dove aveva vissuto per qualche tempo), contagiò l'amico: assieme comprarono un pallone e fondarono, nel 1906, il Mantua Football Club. La società, che giocava in piazza Virgiliana, ebbe vita breve (sparì l'anno successivo) ma viene ricordata per essere stata la prima del territorio. L'esperienza non fu persa e sfociò in due nuovi sodalizi: Modena fondò infatti la Vis et Virtus, mentre Reggiani il Gruppo del Calcio. Le due realtà procedettero su binari separati fino al 1911, quando si fusero dando vita all'Associazione Mantovana del Calcio (A.M.C.). Era stato costruito nel frattempo il primo vero campo da calcio, all'Ippodromo del Te. Fu così che la Mantovana partecipò al suo primo vero campionato nel 1914/15, categoria Promozione.
Il Mantova vanta quale maggior successo sette partecipazioni alla Serie A a girone unico; ha inoltre vinto la Serie B 1970/71 e si è piazzato terzo nella Coppa Italia 1961/62.

2) STADIO: Il Mantova 1911 disputa le proprie gare interne allo Stadio "Danilo Martelli", maggior impianto sportivo cittadino in termini di capienza (5.423 posti a sedere).
Inaugurato il 29 marzo 1914, dopo aver cambiato più volte nome, dal 1949 è intitolato al mantovano di Castellucchio Danilo Martelli, perito nella sciagura aerea di Superga con il Grande Torino (4 maggio 1949).

3) IL PICCOLO BRASILE: L'epopea del "Piccolo Brasile" inizia nel 1955-56: una bella favola, che proietta i virgiliani dall'inferno (IV Serie) all'olimpo del calcio italiano (Serie A). Tale nome venne scelto da un gruppo di sportivi di Cesole che, in occasione di un'esibizione di Pelè in Italia, coniarono l'appellativo con tanto di cartello. A questa squadra sono legati indissolubilmente alcuni grandi personaggi. Impossibile non citare colui che seppe plasmare il carattere dei giocatori, guidandoli da bordo campo: Edmondo Fabbri, il popolare "omino di Castelbolognese". Altro deus ex machina di questa straordinaria squadra fu Italo Allodi, giunto a Mantova da Suzzara (sua città d'adozione) nelle vesti di calciatore e affermatosi in seguito come primo vero general manager italiano. Fabbri andò poi in Nazionale, Allodi disegnò la Grande Inter di Angelo Moratti. Con queste basi dunque il Mantova entrò di diritto nell'élite del calcio italiano.

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