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Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
di Cesare Malnati

L’AlbinoLeffe, a Treviso contro il Cittadella, ha esibito unatteggiamento – tutto sommato – positivo, anche se non è riuscita a vincere eanzi alla fine ha rischiato di perdere, essendo capitata proprio ai veneti, colnuovo entrato Bonvissuto, l’unica occasione limpida dell’incontro. Sicchèl’esito a reti bianche va considerato giusto, se non inevitabile. Laprestazione della squadra biancoceleste, che ha giocato le sue carte con unacerta intelligenza, merita sei più per la volontà, l’attenzione e l’applicazione.Se l’obiettivo non è stato centrato, dipende dalla evidente mancanza, in questomomento, di un finalizzatore. L’intero primo tempo ha pagato a caro prezzo, dalpunto di vista dello spettacolo, il rigore tattico di entrambe le formazioni,desiderose di comprendere fino in fondo le possibilità dell’avversario. Un tirosenza pretese e tre corner per il Cittadella, tre conclusioni e altrettanticorner per l’AlbinoLeffe il bottino d’emozioni (si fa per dire). In questafase, qualche inserimento da dietro in più da parte dei centrocampisti, dato il4-1-4-1, sarebbe stato utile e gradito. La Celeste, dopo aver constatato che il Cittadella,per sua costituzione, può segnare solo a Natale e a Pasqua, cioè in condizionieccezionali, c’ha provato nell’ultima mezz’ora. Mister Madonna infatti haaggiunto, al posto di Laner (restìo a disporsi leggermente più alto), ilpanchinaro eccellente Ruopolo. E c’era già Ferrari, mandato in campodall’inizio ancora una volta con risultati soddisfacenti per sfruttarne l’attualecondizione fisica brillantissima, dando contemporaneamente respiro allospremuto titolare. Col nuovo schieramento (entrato pure Cristiano perGabionetta), ridisegnato in 4-4-1-1, la squadra ha sì accentuato la pressione,ma ha pure corso il pericolo di cui sopra più un tiro di poco alto di Carteri,senza costruire granchè. Nel recupero, poi, Cristiano è stato espulso perdoppia ammonizione, ma almeno uno dei due “gialli” è parso eccessivo. Che hadetto questa partita? Che, senza un terminale lesto a tramutare in gol ilgioco, comincia a diventare una vitaccia. Quanto si può stare ancora senzaCellini, o uno con le sue caratteristiche? Inoltre le buone prestazioniripetute di Ferrari alimentano l’impressione che, nell’organico, lui e Ruopoloinsieme – così bravi, tuttavia così simili – costituiscano un lusso, neanchesemplicissimo da gestire, alla lunga, per l’allenatore. Considerazioni, questeultime, che forse richiederanno l’intervento invernale del direttore sportivoAladino Valoti.

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