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Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni


Prima o poi doveva capitare. Non si poteva pensare di protrarre all’infinito l’entusiasmante serie positiva incominciata l’8 dicembre dell’anno scorso a Grosseto e propiziatrice di una scalata della classifica francamente inimmaginabile. Peccato che sia accaduto nel giorno in cui sembravano essersi create le condizioni per alzare ulteriormente l’asticella del balzo. Sull’1-1, con le redini del gioco saldamente in mano e col vantaggio dell’uomo in più, sembrava l’occasione buona non soltanto per salvare la pelle, ma addirittura per portare a casa tre punti. Invece, proprio quel vantaggio si è rivelato un boomerang, perché la squadra, probabilmente convinta che il più fosse fatto e che si trattasse soltanto di aspettare il momento buono per affondare il colpo, ha cominciato a giocare con esagerata sufficienza. Esagerata e ingiustificata. Ha fatto la grande, dimenticando le sue origini proletarie. Ha infiocchettato il campo di leziosi passaggetti, scordandosi il randello nello zaino. Si è guardata allo specchio distraendosi e, quando si è girata, ha fatto appena in tempo ad accorgersi che l’avversario l’aveva deflorata senza tanti complimenti. Ahi, che male.

Il risultato fa rabbia, inutile nasconderlo, tuttavia non sposta granché i termini della questione, per lo meno così come li vedevamo noi anche prima della partita di Ancona. Chi ha l’amabilità di leggerci con assiduità, sa come la pensiamo. Sa che non abbiamo mai parlato di playoff, né dopo le cinque vittorie di fila, né dopo gli acquisti di Bernardini e Bombardini e le non cessioni di Cellini e/o Ruopolo. Da tempo diciamo che bisogna aspettare marzo per fare un riesame della situazione ed eventualmente aggiornare l’obiettivo. Il quale per ora resta la salvezza. O, se si preferisce, l’ottavo campionato consecutivo in serie B: detto così, fa più effetto.

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