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Giovani calciatori crescono - Douglas Bentley

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Papà americano (e praticante di tutti sport), ma mamma italiana e forse da qui viene la passione per il calcio. Douglas Bentley è uno dei punti riferimento della berretti di mister Bonazzi, ma anche un ragazzo, come si dice in questi casi, con la testa sulle spalle, che ama il pallone, ma non solo. Noi lo abbiamo incontrato.

Douglas, sei al primo anno con la maglia dell'AlbinoLeffe. Puoi raccontarci come sei arrivato in bluceleste?

“Vengo dal settore giovanile del Lemine e l'anno scorso ho disputato il campionato di Promozione. Ho avuto la possibilità di fare un paio di allenamenti con l'AlbinoLeffe nel corso del scorsa stagione dopo essere stato visionato in una gara della Rappresentativa della Lombardia. In quelle due occasioni è andato tutto per il meglio e in pochi minuti abbiamo trovato l'intesa”.

Che tipo di giocatore sei?

“Sono un centrocampista centrale e posso giocare come interno in un 4-4-2 o sul centrodestra in un linea a tre. Entrambe le soluzioni mi piacciono molto. La mia dote migliore è la resistenza: cerco sempre di dare il massimo per me e per la squadra, abbinando quantità e qualità. Dicono che assomiglio a Vidal, sicuramente è un paragone che fa piacere”.

Come procede l'inserimento in squadra? Immagino che il passaggio da una società dilettantistica a una professionistica comporti dei cambiamenti notevoli.

“Procede tutto per il meglio. C'è grande affiatamento con i compagni sia dentro che fuori dal campo, in particolare con David Rota che è stato mio compagno a Lemine e che ho ritrovato con grande piacere. Quest'anno mi alleno cinque giorni a settimana, quindi l'impegno è importante, ma qui c'è grande organizzazione e serietà e questo è per me uno stimolo enorme a fare sempre meglio. Se dovessi dare un voto a questa esperienza non avrei dubbi: un 9 pieno”.

Come ti stai trovando con mister Bonazzi?

“Mi piace molto il suo modo di lavorare: ha un'idea di calcio ben precisa, vuole un gioco offensivo e con palla sempre a terra. Io sto mettendo il massimo dell'impegno per rientrare nei suoi piani”.

Come ti sembra il campionato Berretti?

“E' un torneo con dei valori tecnici molto alti: credo che poterne fare parta sia una bella esperienza e un trampolino di lancio importante”.

Quali sono i tuoi obiettivi stagionali?

“A livello personale, il primo è quello di giocare più partite possibili e un giorno arrivare in prima squadra. A livello di gruppo, sono convinto che possiamo essere protagonisti e puntare alle finali nazionali”.

Uno sogno nel cassetto legato al calcio e uno indipendente dal rettangolo verde.

“Come calciatore sicuramente quello di poter giocare in serie A, ma in questo momento non voglio precludere nessuna strada, quindi al calcio cerco di abbinare anche i buoni risultati a scuola. Se non riuscissi a diventare un giocatore professionista, mi piacerebbe fare il medico. Verrà il giorno in cui dovrò fare delle scelte, ma per ora è lontano”.

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