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Società

L'opinione

  • Pubblicato in Società
di Ildo Serantoni


Un punto nelle prime due giornate: è decisamente poco, ma per l’AlbinoLeffe non è una novità. Lo stesso magro bottino era stato raccolto nel 2005/06 (0-1 con la Ternana, 2-2 col Rimini) e nel 2006/07 (1-3 col Lecce, 0-0 col Modena). Peggio ancora era andata nel 2003/04, l’anno del debutto in serie B, quando le prime due partite erano coincise con altrettante sconfitte: 1-2 in casa con la Ternana e 1-2 nel derby con l’Atalanta. Questo per quanto riguarda la statistica.
Tornando all’attualità, la sensazione è che complessivamente all’AlbinoLeffe manchi qualcosa in fatto di punti conquistati. Anche volendo fare i neutrali a ogni costo, è evidente che, in rapporto alla cifra di gioco espressa e alle occasioni da gol create, si sarebbe meritato di più sia in casa col Vicenza sia sabato sera nel diluvio di Cittadella. In entrambe le circostanze, tuttavia, non ci sono alibi cui aggrapparsi. Se c’è qualcosa, o qualcuno, con cui prendersela, l’AlbinoLeffe può soltanto mettersi davanti allo specchio: lì troverà il colpevole, che non è il vetraio. Come era già accaduto una settima prima, anche a Cittadella la squadra ha sciupato con le proprie mani le ghiotte opportunità per chiudere la partita (quando era in vantaggio 1-0 e stava spadroneggiando) e, nel secondo tempo, sull’1-2, di rimettere il punteggio in parità. Quando si sciupa tanto, è fatale che se ne debba pagare le conseguenze.
Questa irrisolutezza nel concludere l’azione, insieme alla tenuta non esattamente stagna in fase difensiva - quattro gol in due partite sono un dato su cui meditare e lavorare -, rappresenta un limite oggettivo che, tuttavia, è da considerare transitorio. C’è un aspetto confortante che sta a monte di questa considerazione ed è la facilità con cui la squadra mette l’uomo davanti al portiere per la battuta decisiva: segno che il gioco c’è. Questo si è evidenziato anche sul campo ridotto a un acquitrino, in cui era già difficile stare in piedi, figuriamoci giocare la palla in velocità. Eppure, anche in simili condizioni ambientali, l’AlbinoLeffe ha fatto calcio vero, rimanendo fedele al proprio credo, privilegiando la manovra, disegnando nel fango apprezzabili geometrie. Niente palla avanti e pedalare. Nessuna delle ripetute occasioni da gol è stata frutto di carambole fortuite: al contrario, ce le si è costruite attraverso il gioco. Insomma, a Cittadella è mancato il risultato, che non è un dettaglio, siamo d’accordo, ma la squadra ha dimostrato di esserci. E i commenti letti qua e là, come sempre, risentono del condizionamento del risultato. Se quella bomba dell’antico Garlini al 95’ fosse entrata dopo avere picchiato contro la base inferiore della traversa, avremmo letto cose diverse: inni alla forza d’animo, al carattere, allo spirito mai domo. I cinque in pagella sarebbero diventati sei e i sei sette. Ma, si sa, così vanno le cose e dopo cinquant’anni di marciapiede non siamo certo noi a farcene meraviglia.

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