logo albinoleffe

Società

La pulce nell'orecchio

  • Pubblicato in Società
Rottura prolungata. Finita male la corsa ad handicap dell'AlbinoLeffe, costantemente all'inseguimento. Fuori luogo rispolverare la stucchevole storiella della bella favola andata in mille pezzi, ma resta il fatto che nel giugno 2008 i seriani erano a un passo dalla serie A. Oggi, solo sette anni dopo, quella stessa società precipita fra i dilettanti.

Niente da fare a Pordenone, gara spietata da dentro o fuori per entrambe le formazioni. I padroni di casa, obbligati a vincere, se la sono aggiudicata con un gol a inizio ripresa, dopo avere sostanzialmente dominato il primo tempo. L'AlbinoLeffe, che aveva a disposizione due risultati su tre, non avrebbe dovuto farsi eccessivamente schiacciare. In panchina i due interditori più affidabili, Gazo e Maietti, a centrocampo Spinelli ha dovuto fare filtro da solo. Schierati come interni Corradi e Girasole, con caratteristiche accettabili dalla cintola in su ma poco portati a far legna. Senza contare che Girasole è parso in condizioni fisiche non certo al top. Osservazione fine a se stessa, questa sulla formazione. Sia ben chiaro. La retrocessione mica dipende dallo schieramento dell'ultima partita.

Una volta in svantaggio, chi va più a riprendere il risultato? Sul campo della diretta concorrente, che, in caso di pareggio, finisce in D al posto tuo? Sicché nel finale un paio d'occasioni e contestazioni, le solite mischie. Ma quelli hanno stretto i denti e buonanotte. Comunque i friulani hanno preso pure un paio di pali e hanno meritato il diritto di giocarsi la salvezza ai play out.

Brevemente ricapitolando la pessima annata, rimpianti? Dei tre allenatori, i numeri confortano il primo, cioè Alessio Pala, che - pur con molti infortunati e senza gli acquisti di gennaio - lasciò la guida tecnica a ridosso della salvezza diretta. Col suo esonero, si sono perduti due mesi buoni - sconfitte una dietro l'altra - durante la breve gestione Bonazzi e il primo periodo di Mangone. Quest'ultimo è riuscito a dare un'identità alla squadra, ma il ritardo accumulato - ora lo si può dire - era incolmabile. Come piccola recriminazione, si può pensare alle recenti gare con Giana, Lumezzane e Torres, perdute nel finale quando una più saggia gestione avrebbe consigliato di accontentarsi del pareggio. Molti comunque sono stati i punti ceduti in extremis, a dimostrazione della scarsa personalità complessiva.

Dettagli, però, tutti questi. Due possono dirsi le questioni di fondo. A) Una sopravvalutazione dell'organico, al punto che s'è cominciata la stagione senza un terzino sinistro di ruolo. A gennaio qualcosa è stato fatto (Spinelli e Anghileri, soprattutto), ma non abbastanza. B) Una buona dose di presunzione, non prendendo atto che una squadra in difficoltà s'aiuta facendole giocare il calcio più semplice, cioè la difesa e il contropiede, senza la pretesa d'organizzare un gioco che non può esserci.

Cesare Malnati

Questo sito web utilizza cookie per gestire, migliorare e personalizzare la tua esperienza di navigazione. Per maggiori informazioni su come utilizziamo i cookie e su come rimuoverli, consulta la nostra politica sui cookie. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.