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Società

aL Giovani - Caccia: "Il gap anagrafico in Berretti? Esperienza inedita e coraggiosa, ma positiva"

Nel giorno del suo compleanno, abbiamo chiesto a Federico Caccia di tracciare un  bilancio sulla stagione della Berretti. Ne è nato un interessante scambio di battute sul campionato appena trascorso, ricco di spunti sul passato, sul presente e sul futuro del settore giovanile bluceleste.

Ciao Federico, innanzitutto buon compleanno! In questo giorno speciale, ti chiediamo un bilancio sulla stagione appena trascorsa. Come valuti il percorso dei tuoi ragazzi?

“E’ stata una stagione che ha visto risultati contrastanti nei due gironi: nel girone di andata abbiamo ottenuto vittorie importanti, mentre nel ritorno siamo andati meno bene. A livello di prestazioni, invece, ritengo che i ragazzi abbiano fatto un finale di stagione decisamente positivo, nel quale se la sono giocata alla pari con tutte le squadre. E’ un peccato non aver raggiunto le fasi finali. Con un paio di risultati diversi molto probabilmente ci saremmo qualificati al posto del Prato. Credo che i ragazzi abbiano pagato un po’ l’inesperienza dovuta al gap anagrafico, visto che in alcune situazioni gli avversari si sono dimostrati più cinici di noi”.

altQuest’anno avete forse accusato, più di altre categorie, la differenza di età con i vostri avversari. In quali aspetti avete pagato di più l’anno in meno?

“La scelta della società è stata coraggiosa. La maggior parte della squadra avrebbe potuto giocare nella categoria Allievi. E’ stata un’esperienza inedita. Abbiamo forse lasciato qualche punto per inesperienza e per errori che abbiamo pagato a caro prezzo. Ovunque siamo andati, abbiamo però ricevuto i complimenti degli addetti ai lavori delle squadre avversari per il coraggio nel far giocare ragazzi più giovani e per il gioco espresso. Abbiamo anticipato i tempi, facendo vivere nel migliore dei modi anche la sconfitta. I ragazzi sono ora più pronti per il futuro. Abbiamo addirittura bruciato le tappe, mandando alcuni giocatori in prima squadra in anticipo. In Lega Pro già i 1997 sono considerati un’eccezione, da noi un 1998 ha già giocato diverse gare da titolare e hanno ricevuto la prima convocazione anche giocatori più giovani. Da quel punto di vista, è stata un’esperienza molto positiva”.

E’ stata per te la prima esperienza nella categoria Berretti. Che differenze hai riscontrato con le categorie inferiori?

“Dal punto di vista anagrafico non è cambiato molto: allenavo degli Allievi in categoria Berretti e le esigenze dei ragazzi erano più o meno le stesse. A livello organizzativo, c’è una differente gestione del gruppo data dalla convivenza con la Prima Squadra. Si è a disposizione dei grandi, soprattutto in relazione alle esigenze durante gli allenamenti e alle loro priorità. Per quanto riguarda invece il livello del campionato, si tende a giocar meno rispetto alle categorie inferiori, dal momento che si guarda di più al risultato. Da un punto di vista logistico e di strutture, è stato un torneo dispendioso ed impegnativo. Da parte delle altre società, sembra quasi ci sia meno interesse nella categoria Berretti, rispetto a quella degli Allievi, considerata quasi il top a livello giovanile”.

Gli Allievi ora andranno a giocarsi le fasi finali, con l’obiettivo di arrivare fino in fondo. Che consiglio ti senti di dare ai ragazzi, viste le tue esperienze precedenti?

“Personalmente penso poco a quello che è stato fatto in passato e cerco di trasmettere ai ragazzi la stessa filosofia: li invito a non guardare indietro, ma a migliorarsi in ottica futura. Ricordo, però, un incontro avuto con il Presidente dopo il titolo vinto, in cui lo stesso si domandava quanti di quei ragazzi sarebbero arrivati in Prima Squadra. Facendo una stima a qualche anno da quella finale, ho quasi più soddisfazione di allora nel vedere che 6 di quel gruppo hanno giocato in Lega Pro, altri 6 in serie D, mentre 2 giocano nel campionato Primavera in squadre di prima fascia. A differenza di altre squadre, quella degli Allievi di quest’anno sarà una situazione un po’ particolare, in quanto dovranno essere bravi a creare un gruppo omogeneo in poco tempo. Sono ragazzi di valore e di prospettiva e sono convinto che, se riusciranno ad amalgamarsi in questo momento, potranno andare lontano”.

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