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Dottor Giacomo Poggioli, 30 anni a guardia dell'AlbinoLeffe: "La mia seconda casa"

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Correva la Stagione 1992/93 quando il Dottor Giacomo Poggioli iniziava il suo percorso nel mondo del calcio. Ruolo: medico sociale del Leffe di Maurizio Radici. Cinque anni più tardi - nel 1998 -, grazie alla fusione con l'Albinese, l'AlbinoLeffe avrebbe visto la luce e iniziato a scrivere la propria storia. A prendersi cura dei giocatori blucelesti sempre lui, il Dottor Poggioli, giunto alla stagione numero 30 (tra Leffe e AlbinoLeffe) della sua carriera. Una vita in missione, che proprio il "Doc" - 70 candeline oggi - ha ripercorso insieme a noi.

Cos'è per lei l'AlbinoLeffe?

Una società alla quale ho dato tanto ma dalla quale ho anche ricevuto tanto. Sono orgoglioso di aver svolto qui tutta la mia carriera da responsabile sanitario, ottenendo sempre la fiducia nel poter seguire la squadra in tutte le sue parti. È motivo di soddisfazione professionale ma anche umana.

Quali sono i suoi più bei ricordi in bluceleste?

La vittoria della Coppa Italia di Serie C a Livorno (Stagione 2001/02). Poi, ovviamente, la promozione in Serie B e i nove anni consecutivi in Cadetteria. Indimenticabili le sfide con la Juventus, contro la quale non abbiamo mai perso. Credo che le due sfide con i bianconeri (1-1 sia all'Andata sia al Ritorno) siano state la massima espressione dell'AlbinoLeffe.

Qual è l'allenatore al quale è più legato?

Sicuramente Emiliano Mondonico, per quello che abbiamo vissuto in campo ma anche e soprattutto per quello che abbiamo vissuto al di fuori. Di lui avrò sempre un ricordo molto speciale.

Giocatori?

Tantissimi, troppi per elencarli tutti. Di certo ricordo con piacere molti ragazzi che, dopo l'AlbinoLeffe, sono riusciti a raggiungere la Serie A: Marchetti, Gobbi, Sau, Diamanti, Belotti e tanti altri con i quali ho un bel rapporto ancora oggi.

Qual è il suo rapporto con i tifosi blucelesti?

Semplicemente speciale. È motivo di grande apprezzamento, ad esempio, sapere di avere un coro personale. Nel corso degli anni è capitato più volte di sentirlo quando entravo in campo. Anche mister Mondonico restava sempre meravigliato e me lo ripeteva spesso: "Doc, in tutte le squadre per cui ho lavorato, non ho mai visto nessun medico sociale avere un coro tutto suo". In effetti, in questo senso mi sento un privilegiato.

Un bilancio di questi 30 anni?

Per me è stato un piacere e un onore essere sempre al fianco di questa squadra, gloriosa a modo suo per quel che ha fatto nel calcio italiano e per quello che sta facendo ancora oggi. Lo Stadium e l'Academy ne sono la miglior dimostrazione. Ringrazio ovviamente il presidente Andreoletti per avermi sempre accordato la sua fiducia.

Per quanto tempo ancora pensa di restare a Zanica?

Spero per altri 30 anni, perché l'AlbinoLeffe è la mia seconda casa.

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